Schema del processo di Soil washing, da www.researchgate.net

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Il Soil Washing è una tecnologia ex situ di bonifica dei terreni contaminati che si basa sulla separazione ed il trasferimento per dissoluzione delle sostanze contaminanti dal terreno attraverso un processo di lavaggio con soluzioni acquose.

Il Soil Washing è preceduto dalla separazione dimensionale delle particelle costituenti il terreno, in virtù del fatto che gran parte dei contaminanti, sia organici che inorganici, si lega per ragioni chimiche e fisiche preferibilmente alla frazione fine del terreno (limi, argille e particelle organiche del suolo). Queste infatti hanno una maggiore superficie specifica, aumentando l’assorbimento di contaminanti in relazione al volume o al peso.

Nel processo di Soil washing il suolo viene quindi preventivamente vagliato prima di essere inserito nell’apparato di lavaggio dove all’acqua si aggiungono spesso opportuni reagenti chimici come tensioattivi, modificatori di pH e acido cloridrico. Dopo un adeguato periodo di miscelazione il suolo viene separato dalle acque. Qualora il suolo, dopo il lavaggio, non raggiunga il grado di risanamento voluto, è possibile eseguire trattamenti addizionali. Alla fine del processo, il suolo bonificato può essere riutilizzato in sito o smaltito in idonei impianti.

Il Soil Washing può produrre fino a cinque prodotti che possono avere bisogno di ulteriori trattamenti come emissioni di composti volatili, acque di trattamento, fanghi, solidi non bonificabili e parti del terreno fuori misura per il trattamento stesso.

Il trattamento di Soil washing trova applicazione nella bonifica di terreni contaminati da composti organici semi-volatili, benzine e composti inorganici come metalli pesanti. In certi ambiti, la tecnologia può essere applicata ai composti volatili ed ai pesticidi.